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Efficienza energetica e mercato immobiliare, domina la classe G
È quanto emerge dall'indagine realizzata per il terzo anno consecutivo dall'ENEA, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione italiana agenti immobiliari professionali (FIAIP).
Domina la classe G
I dati relativi alla qualità energetica degli edifici oggetto di compravendita nel 2015 non registrano sostanziali mutamenti rispetto all’anno scorso: ancora troppi sono gli immobili in classe G, con una percentuale che varia dal 72% per i monolocali al 57% per le villette.
Ne consegue che gli edifici nelle classi A+, A e B rappresentano una piccola percentuale del mercato immobiliare italiano: tra il 7% e il 13%, a seconda della tipologia di immobile.
Interessante - riferisce il comunicato stampa della Fiaip - "il dato relativo all’ubicazione dell’immobile: se per tutti gli edifici collocati in zone centrali, semicentrali, periferiche e di estrema periferia la percentuale di edifici compravenduti appartenenti alle classi energetiche A+, A e B ha un peso relativo compreso tra il 6% e l’8%, lo stesso dato, per gli immobili di pregio, raddoppia raggiungendo valori prossimi al 18%. Ciò conferma il trend rilevato nel 2014".
Edifici nuovi e ristrutturazioni
Confortanti i dati sugli edifici di nuova costruzione che confermano una buona qualità energetica: poco meno del 50% sono in classe A+, A o B.
Il 2015 ha registrato anche un aumento delle ristrutturazioni, anche se "la finestra di opportunità per una riqualificazione energetica dell’immobile non è stata colta": una porzione troppo alta di edifici ristrutturati ha una classe energetica molto scadente, segno che, nella fase di ristrutturazione, non sono stati tenuti in conto interventi di efficientamento.
La percezione della prestazione energetica degli edifici
Rispetto alla "percezione del concetto della performance energetica degli edifici da parte di chi compra o vende un immobile, emerge, in continuità con l’anno precedente, una criticità nel saper valutare la qualità energetica di un immobile. Gli agenti immobiliari ritengono infatti che il 54% di chi compra un immobile non sia in grado di valutare adeguatamente la prestazione dell’abitazione che sta acquistando – percentuale che sale al 65% nel caso di chi vende".
APE ancora poco utile
Anche i dati relativi all’incidenza sulle dinamiche di mercato dell’Attestato di prestazione energetica rimangono poco incoraggianti rispetto all'anno precedente: il 58% di chi vende o compra un immobile non sembra ritenerlo uno strumento utile.
"Rimane la necessità - riferisce il comunicato stampa - di ripensare il ruolo di tale strumento per contribuire a stimolare gli investimenti nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente e sfruttate così il consistente potenziale di risparmio energetico che presentano tali edifici".
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